Il cantante, influencer e imprenditore ha fatto un discorso sul palco del “Concerto del 1º Maggio” riferendosi alla presunta censura imposta allo stesso dalla emittente televisiva della Rai.
Provando ad analizzare il contenuto del discorso del cantante da un punto di vista giuridico, vengono certamente in rilievo diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione, come il diritto di critica e di manifestazione del pensiero (art. 21).
Il diritto di critica, in particolare, secondo l’elaborazione fornita dalla giurisprudenza avendo carattere autonomo e non essendo una specificazione del diritto di cronaca, è invocabile da chiunque, non solo dai giornalisti.
Tuttavia, l’artista pubblicando la chiamata avuta con i vertici della Rai, sui vari social network, ha posto in essere una condotta che merita di essere ulteriormente analizzata.
La conversazione telefonica, infatti, può rientrare nell’ambito di una comunicazione privata, protetta dall’art. 15 della nostra Carta Fondamentale secondo cui: “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge”.
Potrebbe dunque astrattamente ipotizzarsi la fattispecie di cui all’art. 617 septies c.p. “diffusione di riprese e registrazioni di comunicazioni fraudolente”, reato questo punito con la pena della reclusione fino a quattro anni.
Il cantante avrebbe potuto esibire la chiamata come prova a suo favore, ma solo in caso di controversia di fronte ad un giudice, ma così non ha fatto.